#03_UN LIBRO
Gianni Scala, Matrioska Sicilia, David and Matthaus
Il libro racconta di Francesco Barrera, che torna a Pozzallo dopo trent'anni compiendo un viaggio aereo veloce, che non gli lascia il tempo di riallacciare il rapporto con una terra che ce l’ha con lui, perché se n’è andato e rivede la sua città con un tuffo al cuore.
L'uomo instaura un'amicizia spontanea col suo stesso nipotino che porta il suo nome, un'intimità profonda, che unisce due anime lontane per età ed esperienza, ma assolutamente coincidenti, come se il piccolo Francesco fosse l’erede spirituale dell’anziano e stanco nonno. L’uomo ritrova anche vecchi amici, problemi antichi e nuovi nel piccolo paese dimenticato, gli scenari e gli orizzonti azzurri che ancora lo emozionano fino alle lacrime.
Ma non finisce qui: all’interno di un logoro quaderno, Francesco ritrova un’altra storia della Sicilia, quella mirabilmente scritta dallo zio Vastianu, che ricorda un delitto, con le tinte crude e sfumate di mistero che racchiudono tutta la sua sicilianità, filtrato dagli occhi innocenti di due bambini che si imbattono in quella scena di morte che non riescono a comprendere.
La storia nasconde quindi un’altra storia, la Sicilia si fa portavoce di tante Sicilie, ognuna coi suoi tentacoli, perché anche chi vi è nato sa di essere in una terra controversa, magica, piena di storia e cultura, ma allo stesso tempo misteriosa e terribile, stanca, abbandonata alla spicciolata dai suoi stessi figli.
Tornare a casa dopo tanto tempo non è mai facile. Si ha paura di quello che si troverà, ma anche di ciò che non si troverà più. È un atto di coraggio. Ma il protagonista non ha effettuato quel viaggio per morire nella sua terra, come lui stesso dice: “Tuttavia, non riuscivo, come sempre, a spiegarmi il motivo di questo mio rientro… o forse fingevo di non saperlo. Ma dovevo tornarci in questa terra, non per il desiderio di morirci e venirci seppellito, ma per rinascere e continuare a viverci, come una nave, una qualsiasi imbarcazione, un qualunque battello che torna dopo aver navigato migliaia e migliaia di miglia, ritorna, arriva sempre, nel porto da dove è partito.”
Fonte: sololibri.net
Il libro racconta di Francesco Barrera, che torna a Pozzallo dopo trent'anni compiendo un viaggio aereo veloce, che non gli lascia il tempo di riallacciare il rapporto con una terra che ce l’ha con lui, perché se n’è andato e rivede la sua città con un tuffo al cuore.
L'uomo instaura un'amicizia spontanea col suo stesso nipotino che porta il suo nome, un'intimità profonda, che unisce due anime lontane per età ed esperienza, ma assolutamente coincidenti, come se il piccolo Francesco fosse l’erede spirituale dell’anziano e stanco nonno. L’uomo ritrova anche vecchi amici, problemi antichi e nuovi nel piccolo paese dimenticato, gli scenari e gli orizzonti azzurri che ancora lo emozionano fino alle lacrime.
Ma non finisce qui: all’interno di un logoro quaderno, Francesco ritrova un’altra storia della Sicilia, quella mirabilmente scritta dallo zio Vastianu, che ricorda un delitto, con le tinte crude e sfumate di mistero che racchiudono tutta la sua sicilianità, filtrato dagli occhi innocenti di due bambini che si imbattono in quella scena di morte che non riescono a comprendere.
La storia nasconde quindi un’altra storia, la Sicilia si fa portavoce di tante Sicilie, ognuna coi suoi tentacoli, perché anche chi vi è nato sa di essere in una terra controversa, magica, piena di storia e cultura, ma allo stesso tempo misteriosa e terribile, stanca, abbandonata alla spicciolata dai suoi stessi figli.
Tornare a casa dopo tanto tempo non è mai facile. Si ha paura di quello che si troverà, ma anche di ciò che non si troverà più. È un atto di coraggio. Ma il protagonista non ha effettuato quel viaggio per morire nella sua terra, come lui stesso dice: “Tuttavia, non riuscivo, come sempre, a spiegarmi il motivo di questo mio rientro… o forse fingevo di non saperlo. Ma dovevo tornarci in questa terra, non per il desiderio di morirci e venirci seppellito, ma per rinascere e continuare a viverci, come una nave, una qualsiasi imbarcazione, un qualunque battello che torna dopo aver navigato migliaia e migliaia di miglia, ritorna, arriva sempre, nel porto da dove è partito.”
Fonte: sololibri.net
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